Dalla cappelletta del XV secolo al Santuario Madonna delle Grazie

L’immagine della Vergine che parlò a due bimbi sordomuti. Ci vollero 40 anni e 3 architetti per edificare la nuova chiesa.

Gli anziani legnanesi ricordano ancora quando in fondo all’attuale corso Magenta vi era un gruppo di case contadine abbattute alla fine degli anni trenta situate a fianco dell’area su cui sorse l’edificio scolastico Bonvesin de la Riva. Da eese si dipartiva una strada che attraverso via Ponte di sotto, raggiungeva il castello e quindi i mulini lungo l’Olona. Precisamente all’angolo formato dalla strada la sponda di un’ansa del fiume, sorgeva nel XVI secolo una cappelletta sulla cui facciata, durante la peste del 1575, era stata dipinta in affresco la Madonna col Bambino, San Rocco e San Sebastiano come a protezione del paesedal terribile morbo.
La tradizione popolare narra che verso il 1600 due bambini sordomuti, figlio di un ricco propietario di mulini si erano riparati durante un temporale sotto il piccolo tetto a protezione dell’ingresso dell’edicola sacra.
Con grande stupore dei bimbi l’effige della madonna si materializzò e prese a parlare dicendo loro: “Dite a vostro padre, che ha i mezzi per farlo, di costruire qui un portichetto, così voi potete ripararvi meglio”.
Tornati a casa i due ragazzi sordomuti parlarono per riferire l’ambasciata, con grande stupore dei genitori e dei vicini, che gridarono al miracolo.
Fu così che anche sulla rinomanza del prodigio, furono raccolte in paese consistenti consistenti contribuzioni, e invece che un portichetto, fu costruita subito una chiesa, che risultò subito piccola per la grande affluenza di fedeli che accorrevano da tutta la Lombardia in pellegrinaggio per venerare l’effige della Madonna delle Grazie.
C’è da dire che in quel periodo Legnano era tesa ad erigeremonumenti e chiese per preparare il riscatto di Parabiago della Prepositura, il che avvenne nel 1584. Mentre il fervore delle opere proseguiva anche dopo l’avvenimento, nel 1610 col beneplacito del Cardinale Federico Borromeo, fu avviata la realizzazione del nuovo santuario e lo stesso cardina incaricò della progettazione l’architetto Antonio Parea di Novara.

Dalla cappelletta del XV secolo al
Santuario Madonna delle Grazie

Da”La Martinella” n°4 – periodico della famiglia legnanese – autore: Giorgio D’Ilario

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Questi come prima soluzione disegnò un edificio a pianta ottagonale, ricavato tagliando gli angoli di un quadrato. Come copertura progettò una grande volta a spicchi piani e disuguali sugli spigoli dell’ottagono, spicchi che avrebbero dovuto riunirsi in una grande lanterna, pure ottagonale, al centro di una vasta cupola. Sei grandi colonne dovevano reggere un imponente baldachino al centro del tempio. I legnanesi però, temendo di non potere realizzare una così imponente struttura, dettero il via ai la vori per un edificio totalmente differente, impostandolo come semplice quadrato di 9×9 metri, la sagrestia a sinistra e nell’altro lato un grande ambiente sotterraneo che successivamente le fondazioni per il campanile.
Purtoppo però la cappella maggiore a volta circolare in mattoni crollò, e dopo varie vicissitudini riprese il progetto l’architetto Parea, che suggerì di continuare i lavori creando una costruzione a croce in cui la navata centrale fosse affiancata, dopo il transetto, da due navate laterali, uno strano pasticcio, insomma in quanto il Parea tentava di riportare a navata centrale una chiesa che i legnanesi avevano già tracciato con fondazioni per quattro cappelle laterali in modo da formare una pianta a croce greca.
Si arrivò così al 1649, quando intervenne l’ingenier Francesco Maria Richini, già autore della chiesa Madonnina sul Sempione, che trasformò il progetto nell’attuale struttura della chiesa : una navata centrale con tre cappelle per parte. I lavori furono portati a termine nel 1650 dall’arch. Barca di Ghemme, che abbinò l’effetto di chiesa a navata unica con cappelle laterali; la pianta e la struttura sono del tutto simili alla chiesa del Gesù di Vignola (1568), alla quale l’arch. Barca evdentenmente si ispirò.
Nella facciata venne sistemato un imponente portico sorretto da due colonne, del quale però non è rimasta traccia, in quanto nel 1863 fu abbattuto per dare un completo rifacimento alla facciata rovinata dall’umidità e dal tempo.
Nel 1936 la facciata in cotto, ormai deteriorata, venne ripristinata in marmo travertino di Siena. Fu in questa occasione che si pensò di ricreare un piccolo portico sorretto da due colonne, che richiamasse il portichetto della primitiva chiesinasulla quale era ritratta la Madonna che aveva parlato ai due ragazzi sordomuti.
Questa chiesa è rinomata anche per le opere d’arte dei pittori e affrescatori che si trovano all’interno. Nell’imponente altare a strutture lignee in parte dipinte e in parte dorate (una composizione probabilmente studiata dai pittori Lampugnani nella prima metà del XVII secolo) spicca al centro l’antico affresco della Vergine dall’antica cappelletta di autore ignoto dal gusto quattrocentesco, anche se eseguito in epoca successiva. Quando nel 1617 fu traslocata questa miracolosa immagine, racconta nelle sue memorie il prevosto Pozzo, due operai incaricati di compiere tale lavoro ebbero una miracolosa visione degli angeli.
L’altare è completato da due tele a olio di Francesco Lampugnani, raffiguranti in basso l’Annunciazione e nella parte superiore la Visitazione di Maria Vergine. Nel presbiterio sono collocati due pregevoli dipinti del pittore Legnani, detto il legnanino, provenienri dalla chiesa della Madonnina. Pregevoli anche gli affresche del Prof.Bacchetta di Crema di cui è notevole l’Assunzione. Lo stesso artista esegu’ anche la decorazione della cupola con l’Ascensione di Maria Vergine.
Il figlio del pittore, nel 1910, restaurò alcuni lavori del padre, affrescando nell’occasione anche le due cappelle rispettivamente vicine alla sagrestia e al campanile, dedicate a San Gaetano e a San Giovanni Bosco. Nella cappella centrale di destra ci sono i dipinti più antichi risalenti al ‘700. Sopra l’altare è posta una grande tela, pure settecentesca di autore ignoto, rappresentante Sant’Antonio Abate, al quale è dedicata la cappella stessa. Sulle pareti laterali altre due tele raffigurano scene della vita del santo. Sul la to opposto l’altra cappella dedicata a San Mauro, in onore del quale il 15 gennaio si celebra la festa e all’esterno del santuario si disponevano i tradizionali venditori di firùni di castagne.
Le prime due cappelle dall’ingresso hanno invece pregevoli affreschi dei fratelli Mosè ed Elia Turri, la decorazione a frutti e fiori è di un altro Turri, il pittore Daniele. In quella di destra vi è un quadro raffigurante San Francesco Saverio, opera di Biagio Bellotti (1790). La cappella di sinistra invece è dedicata a Sant’Anna, ritratta in tre tele tutte opera di Mosè Turri. Particolarmente pregevoleè il soffitto di questa cappella lavorato a stucchi ed encausti sempre dai Turri. Da ricordare anche la via crucias dipinta da Beniamino Turri e i paliotti dell’altare dipinti da Darvino Furrer.
All’esterno della chiesa, meta di processioni e solenni celebrazioni, esistono le 15 cappelle del Rosario, rifatte dal pittore Gersam Turri, nel 1927 i mosaici eseguiti su cartoni originali, cappelle che richiederebbero ancora una massiccia manutenzione straordinaria.
La chiesa della Madonna delle Grazie è stata invece recentemente interessata ad un totale restauro (i lavori sono stati ultimati lo scorso anno) che hanno dato splendore e ricchezza a questo santuario, al quale sono legate parte della storie e delle tradizioni cittadine e che ha vistao un passato di migliaia di pelllegrini provenienti da ogni parte della Lombardia.

Da “La Martinella” n°4 – periodico della famiglia legnanese – autore: Giorgio D’Ilario

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S. Maria delle Grazie

 

Cenni Storici

Lungo l’antica via verso San Giorgio su Legnano, esisteva, già dal secolo XVI, una piccola cappella dedicata alla Madonna. Un affresco raffigurava la Madonna col Bambino, con ai lati San Rocco e San Sebastiano. Nel 1582-83 alcuni devoti avevano costruito un piccolo oratorio a tempio, che inglobava la primitiva cappellina, per ricordare i molteplici prodigi attribuiti a quella Madonna, che fu allora denominata “Nostra Signora delle Grazie”. Nel 1610 il popolo legnanese volle modificare e ingrandire l’edificio.
Il 4 ottobre 1611 fu posta la prima pietra; dal 1612 i lavori proseguirono, con alterne vicende, fino al 1650. Di storica importanza la data del 29 ottobre 1617, giorno in cui fu trasportato il muro del piccolo oratorio preesistente con l’affresco della Madonna e fu inglobato nella cappella maggiore. La facciata fu più volte ricostruita. L’attuale, in marmo travertino, risale al 1936.

L’interno della chiesa

La chiesa si presenta ad unica navata, nelle cui pareti si aprono tre cappelle a sinistra e tre a destra. Tutte le cappelle sono intercomunicabili.

La cappella maggiore

L’altare, molto grande, contiene al centro l’antica immagine della Madonna con i santi Sebastiano e Rocco, probabilmente del XVI secolo. Nella zona sottostante c’è una tela raffigurante l’Annunciazione e nella parte soprastante una piccola tela con la Visitazione. Entrambi i dipinti sono attribuiti a Francesco Lampugnani (prima metà del 1600).

Le strutture lignee dell’altare sono in parte dipinte e in parte dorate. Tutta la composizione, ultimamente attribuita a Giovanni Paolo Rossetti (1634) misura metri 6 di altezza e metri 3,50 di larghezza. Poggia su un basamento rettangolare arricchito di lesene e mascheroni sugli angoli.
I due alti angeli ai lati sono di fattura più tarda, come pure i sei angioletti posti sulla sommità. Nella parte più alta dell’altare sono scolpite a tutto tondo le figure della Vergine e di Santa Elisabetta.
Nel 1893 l’altare si arricchì di un nuovo tabernacolo cesellato e di un magnifico paliotto in lastra sbalzata e dorata, montata su telaio ligneo. Nello stesso anno furono portati, dalla chiesa della Madonnina, i due grandi quadri ovali raffiguranti l’Assunzione di Maria Vergine e la nascita di Maria. Entrambi i dipinti sono attribuiti a Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino (secolo XVII).

Il catino dell’abside fu affrescato dal pittore Bacchetta nel 1894 ed ha per oggetto l’Assunzione della Vergine.

Nel 1995, per esigenze di adeguamento liturgico, il presbiterio fu dotato di un nuovo altare, della sede presidenziale e del luogo della Parola.

Organo

L’organo, situato in una balconata nello spazio retrostante l’altare, è opera di Antonio De Simoni Carrera (l’ultimo componente della celebre dinastia organaria legnanese) e fu terminato nel 1884. In origine era nella terza cappella a sinistra dell’entrata principale; fu spostato ove è ora negli anni 1893/94.

Le capelle laterali

Cappella di sant’ Anna
Nella prima cappella a sinistra entrando, sulla parete centrale un grande quadro rappresenta la Vergine in veste rossa e in manto azzurro, che regge il Bambino, attorniata da Santi, tra i quali San Giuseppe. L’autore del dipinto è ignoto.
A destra sant’Anna presenta alla Vergine la famiglia Lombardi, committente della cappella.
Sulla parete di sinistra:la gloria di sant’Anna. Gli affreschi rappresentano il profeta David, il Gran Sacerdote e una Sibilla e, come il soffitto, lavorato a stucchi ed encausto,sono opera dei fratelli Turri. La cappella è del 1893.Le tele laterali sono del pittore legnanese Mosè Turri.

Cappella di San Mauro

San Mauro, uno dei primi discepoli di san Benedetto da Norcia, visse nel secolo VI. Al Santo, molto venerato dai legnanesi, fu dedicata la seconda cappella verso il 1650.
Dopo un restauro del 1723, su richiesta del prevosto di Legnano, l’abate di Montecassino concesse una reliquia del Santo, che, insieme alle reliquie dei santi Onesto, Modesto, Desiderio e Valentina, fu posta in un reliquiario d’argento donato dalla popolazione.
Nella tela centrale, attribuita al pittore Antonio Longone (secolo XVII), è rappresentato san Mauro benedicente, intorno, una piccola folla lo invoca come protettore.
Ai lati, due tele con miracoli di san Mauro: il Santo cammina sul lago di Subiaco e salva il giovinetto Placido; il Santo guarisce gli infermi. Le tele sono attorniate da motivi architettonici ad affresco, che ricordano lo stile dei pittori Bellotti di Busto Arsizio (secolo XVIII). Un gruppo di angeli, sulla volta, sparge fiori e palme sulla figura di san Mauro.
San Mauro è uno dei protettori della popolazione legnanese, invocato nei tempi delle grandi epidemie di peste, nei secoli XVI e XVII e tuttora pregato come taumaturgo. La sua festa si celebra in questa chiesa il 15 gennaio di ogni anno.

Cappella di san Luigi

In alto è un cartiglio con la scritta “Ianua Coeli” (porta del cielo) e sopra la tela centrale è scritto Protectori iuventutis” (al protettore della gioventù). La scritta è riferita a san Luigi Gonzaga, rappresentato davanti al crocifisso con un giglio e un teschio, segno di meditazione, ai piedi. L’opera è del pittore Bacchetta figlio, operante alla fine dell’Ottocento. Alla parete sinistra è san Carlo in preghiera; alla destra è san Gerolamo, il traduttore delle Scritture. Davanti a lui c’è un rotolo di pergamena scritta; nelle sue mani la croce e un frutto. Due putti sorreggono la scritta: “lilium puritatis” (giglio di purezza).

Cappella di san Francesco Saverio

La prima cappella a destra è contraddistinta all’esterno dalla scritta dorata posta in alto LAETITIA ISRAEL. La decorazione della cappella, a stucchi ed affreschi, venne eseguita dai pittori Turri nel 1893. Molto bello è l’altare marmoreo del 1700, mentre più moderna sembra la balaustra scolpita a colonne quadrate. Al centro un magnifico quadro attribuito a Biagio Bellotti (1790) quasi certamente raffigurante san Francesco Saverio. Sulla parete sinistra è raffigurato san Carlo in camice bianco e rocchetto rosso, assieme a santa Teresa con giglio. Sulla parete a destra della cappella è presente un’altra tela raffigurante la Madonna con sant’Anna, il Bambino e putti, di autore ignoto. Entrambe queste tele sono del 1700. Sulla volta è raffigurato il Padreterno con globo sulle ginocchia e colomba ai piedi, circondato da tondi con gli Evangelisti e i relativi simboli. L’arco d’ingresso della cappella è decorato con le figure delle virtù.

Cappella di san Francesco di Paola

La seconda cappella a destra è dedicata a San Francesco di Paola e non, come si è a lungo creduto, a sant’Antonio Abate. La volta a botte e il fondo lavorato a leggero sfondato imitante una nicchia, raffigura una architettura barocca, e il soffitto, dipinto a cielo, presenta nuvole e angeli con la scritta CHARITAS.
Al centro dell’arco di ingresso alla cappella è dipinto lo stemma dei Cornaggia, ricca famiglia presente a Legnano già dal 1500, presumibile donatrice della cappella. Sopra l’altare è posta una grande tela settecentesca di autore ignoto rappresentante san Francesco di Paola attorniato da angeli. Sulle pareti laterali altre due tele del Settecento ripropongono episodi della vita del Santo (San Francesco che risuscita un fanciullo e il famosissimo episodio del passaggio dello Stretto di Messina sul proprio mantello).

Cappella di san Gaetano di Thiene

Sul lato destro della chiesa, si incontra la cappella dedicata a San Gaetano di Thiene. La pala d’altare presenta San Gaetano, vestito di nero, che riceve il Bambino dalla Vergine, sotto lo sguardo di un gruppo di angeli. L’opera è sovrastata da un cartiglio con la scritta Providentiae Ministro, dedicata a San Gaetano con il titolo di Padre della Provvidenza.
Ai lati due tondi con le figure di san Giovanni Battista e sant’Antonio Abate, sormontate da lunette con due putti alati. La cappella è stata affrescata dal figlio del pittore Bacchetta, nel 1910.

Molte altre cose potrebbero essere ricordate, come le acquasantiere a conchiglia del 1600, il pavimento a tarsia marmorea dell’altare maggiore, il lavello secentesco nella sacrestia, la Via Crucis dipinta da Beniamino Turri, i paliotti dipinti dal pittore Darvino Furrer (XX secolo), i candelabri e le teche d’argento.

Il giardino

Nel giardino, che circonda il Santuario, sono disposte a semicerchio quindici cappelle dedicate, a gruppi di cinque, ai misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Originariamente vennero affrescate nel 1895/97 dal pittore cremonese Bacchetta, poi ristrutturate nel 1930 dal legnanese Gersam Turri e successivamente, a fine ‘900, mosaicate da Peresson.

Nella parte retrostante l’abside del Santuario, quale centro ideale, è eretta una cappella con una bella Madonna del Rosario che regge il Bambino. Tale cappella venne dedicata, nel 1899, alla nobile canossiana Barbara Melzi.

Bibliografia
M. Turri PROFILO STORICO DELLA CITTA’ DI LEGNANO 1984 pagg. 263/271
E. Gianazza IL SANTUARIO DI S. MARIA DELLE GRAZIE IN LEGNANO 1998