Buon Santo Natale 2021

Il mistero dell’Incarnazione di Cristo si ripresenta come ogni anno, con la forza di consolazione e speranza che dischiude. I Vangeli dell’Infanzia, che ce lo narrano, sono solo due: Matteo e Luca. Marco e Giovanni non ne parlano. Quest’ultimo si occupa della preesistenza divina di Gesù presso il Padre. Matteo descrive un’infanzia striata di sangue: gli innocenti martiri e la fuga in Egitto. Già dall’infanzia il Redentore rivive il destino del suo popolo esiliato e oppresso. Luca invece, pur non eliminando accenti drammatici - il vecchio Simeone che prende in braccio l’infante Gesù profetizzando a Maria il tragico destino del bimbo: questo figlio ti mozzerà il fiato -, è pieno di luce, angeli e canti, pur nella povertà di una stalla. Il motivo è semplice: mentre Matteo scrive il Vangelo per i giudei divenuti cristiani, Luca lo indirizza ai poveri delle periferie greco romane. Questi antichi annunci raggiungono anche noi oggi per ricordarci che, nella storia, Cristo ha introdotto il ‘principio speranza’, come direbbe il teologo protestante Juergen Moltmann, sulla scia del filosofo marxista Ernst Bloch. Speranza in chi, in che cosa? Che vivendo evangelicamente, con la forza dello Spirito Santo, è possibile trovare la pace del cuore e la serenità della mente; che alla fine per i boriosi, i violenti, i corrotti, i potenti del mondo e tutti noi, vi sarà un giudizio e una giustizia effettiva; che tutto ciò che è stato tramato nelle stanze segrete, nell’ombra, nelle tenebre verrà alla luce e reso noto; che chi in vita e in morte si affida a Cristo non andrà perduto, nonostante la fatica del nostro vivere. Il Natale del Signore è un invito chiaro a ripudiare l’effimero, l’inconsistente che spesso abita i nostri giorni e li rende fatui e con essi anche noi. Chi vive in superficie, mondanamente, curandosi solo dell’apparenza, del sentito dire, autocentranti su sé stesso, percepirà il nostro Evento solo come una bella favola infantile sostituendo i simboli cristiani con l’albero e il buon vecchio Babbo Natale, così innocui, così banali. Natale è però una bella occasione per ritrovarsi in famiglia, magari approfittandone per riconciliarsi con parenti poco graditi. Questa festività ha un altro pregio: riporta in chiesa frequentatori occasionali. E questo è bello. Non vale il dire, ma io non vado mai, dunque perché andare a Natale. Forse perché quel giorno il Signore ha una parola da dire proprio a te. 

Buon Natale a tutti,

Don Angelo