Abitare con il cuore la Città: le linee di pastorale parrocchiale 2019/2020

Come ogni anno consegniamo alla nostra comunità parrocchiale alcune linee di cammino tratte dalle indicazioni di Papa Francesco e del nostro Arcivescovo Mario. Non si vuole qui dire tutto, ma semplicemente quello che ci sembra prioritario per la nostra Parrocchia per questo Anno Pastorale.

 

Abitare con il cuore la Città

Linee di pastorale parrocchiale 2019/2020

 

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 “La nuova Gerusalemme, la Città santa, è la meta verso cui è incamminata l’intera umanità. E’ interessante che la rivelazione ci dica che la pienezza dell’umanità e della storia si realizza in una Città” (Francesco)

            Credo che oggi, uno dei compiti principali della nostra chiesa sia quello di sussidiare la società, che è estenuata da una forma malata di individualismo. Esso mina alle radici la democrazia fondata sulla partecipazione comunitaria nella ricerca del bene comune. L’individualismo esaspera i diritti del singolo e ne crea di nuovi, legati alla soggettività del più forte.  “L’individuo postmoderno […] si è configurato come non più protagonista di un tutto, ma come singolo separato da tutto, cioè in ultimo [… ]  autorerferenziale, la cui massima realizzazione sembra essere quella di assicurarsi sempre nuovi diritti” (F. Botturi).  Il solidarismo, di cui siamo eredi, genera invece comunità dove sono i doveri in primo piano, l’assunzione di responsabilità per l’altro e la cosa pubblica. “Doveri vuole dire comunità, vuol dire rispetto per l’altro, vuol dire limite” (L. Violante). La comunità di cui andiamo parlando non è la “community virtuale”, alla quale si aggrappano fruitori mossi da interesse personale, presto rinchiusi in un recinto telematico dagli algoritmi dei motori di ricerca. Costoro non sono costruttori di comunità virtuose, ma solo virtuali, dove vengono resi inesausti consumatori, a cui carpire subdolamente informazioni sempre più intime, per fini eterogenei (politici, commerciali …), rispetto alle vere esigenze dell’uomo. Quali conseguenze in ambito religioso? “Essendo la religione essenzialmente re-ligio (legare e unire), per distruggere una religione occorre prima minare le comunità e isolare le persone trasformandole in meri individui. Quando viene meno la terra comune della comunità, l’esperienza religiosa inesorabilmente si spegne; oppure diventa un bene di consumo” (L. Bruni). E’ quello che sta realizzando la così detta seconda secolarizzazione in cui siamo entrati da 40/50 anni: “Questa seconda secolarizzazione è ben resa da quest’altra espressione: bisogna comportarsi come se la comunità non esistesse. Questa seconda secolarizzazione è figlia del così detto individualismo libertario” (G. De Rita). Il prezzo che paghiamo è stato censito dall’ONU stesso che indica come l’indice sintetico della felicità in Italia sia in calo, anno dopo anno (fonte S. Zamagni). Aumentano insoddisfazione, rabbia, insicurezza e paura. Lungi dal rimpiangere tempi passati, noi cristiani guardiamo con fiducia il futuro e cerchiamo di cogliere nelle varie situazioni, le occasioni per promuovere ciò che è veramente umano, alla luce del Vangelo di Gesù, vero uomo oltre che vero Dio. Come credenti vogliamo essere anzitutto persone affidabili e capaci di relazioni vere ed autentiche, al fine di costruire comunità che generano donne e uomini appassionati del Vangelo, delle sorti dell’umanità e del creato, nel contesto urbano in cui vivono. Uomini e donne che servono la città anche nella forma della carità politica. Dopo che Caino ebbe ucciso Abele, egli divenne “costruttore di una città” (cfr Gen 17,4) e il fondatore dell’arte del suo governo: la politica. A Caino Dio diede una seconda possibilità: quella di ricostruire la fraternità tra gli uomini alla luce di giuste leggi, con uomini che avevano imparato dai loro errori ad essere migliori. Noi non siamo migliori di nessuno, ma vogliamo dare il nostro contributo al bene di questa nostra Città che amiamo.

 

 

“Noi siamo dialogo” (F. Hoelderlin)

            Il Card. Martini suggeriva che la chiesa imparasse a stare nel mondo come una comunità alternativa. La definiva come “una rete di relazioni fondate sul Vangelo, che si colloca in una società frammentata, dalle relazioni fiacche, deboli, prevalentemente funzionali, spesso conflittuali…”, non dunque una setta e tanto meno un gruppo di potere, bensì “un ideale di fraternità in divenire, destinato a mostrare a una società frammentata e divisa che possono esistere legami gratuiti e sinceri, che non ci sono solo rapporti di convenienza o di interesse, che il primato di Dio significa anche l’emergere di ciò che di meglio c’è nel cuore dell’uomo e della società”. E’ noto che comunità deriva dal latino communitas, termine composto da cum-munus. Quest’ultima parola significa sia dovere sia dono.  La comunità è costituita da coloro che hanno ricevuto dei beni (vita, terra, fede…) e hanno il dovere di custodirli e di trasmetterli alle generazioni future. Credo che questo sia un impegno ineludibile. “La vita che l’uomo cerca nel suo desiderio di comunità è trovata attraverso un donare, dunque un perdere, indispensabile per costruire la comunità” (L. Manicardi- Bose) Per noi cristiani il bene supremo ricevuto è l’incontro con Cristo nel battesimo, nella chiesa. La nostra comunità si rinnova ogni volta che, convocati dal Signore, celebriamo l’Eucarestia, fonte della nostra comunione, al di là di ogni nostra legittima differenza. Occorre dunque riscoprire la fraternità che nasce dalla nostra comune umanità e dal fonte battesimale: figli di Dio, sorelle e fratelli in Cristo. Avere a cuore la nostra Città è dunque ritessere incessantemente e con pazienza legami fraterni, muovere gli animi alla comprensione e al perdono, accettare le diversità, con uno sguardo attento alle fragilità che ci circondano. Amare la Città è aborrire la corruzione e l’illegalità, fuggire i sotterfugi e parlare con franchezza, senza mai sminuire la dignità degli altri. Per questo dobbiamo ingaggiare “la lotta spirituale”, che “consiste in un ripetuto sforzo per ricongiungere parola e vita, in un’incessante invocazione alla misericordia di Dio perché venga lui stesso a colmare l’abisso tra ciò che diciamo di credere e ciò che viviamo, tra le parole della fede e la vita di fede” (L. Cremaschi -Bose). Nel giorno del Palio 2019 durante l’omelia sul Carroccio risuonarono queste parole: “Legnano è una bella Città, ricca di associazionismo e volontariato […].Anche se vive un momento difficile nulla è perduto. Le ferite guariranno, alla legittima giustizia subentrerà la misericordia. Vorrei però levare un monito: non da alchimie politiche la nostra Città rinascerà, ma dal paziente e proficuo lavoro di formazione delle coscienze di giovani e adulti al rispetto di ogni persona, alla solidarietà fattiva, alla sussidiarietà che cerca intelligente collaborazione con chiunque ne valga la pena. Tutto in vista del bene comune di Legnano e dei suoi abitanti”. Ai mondi dell’economia, della finanza, del lavoro, dei servizi, della politica, dell’associazionismo, al cittadino comune rivolgiamo un caldo invito a promuovere un’autentica amicizia civica, fondata sulla consapevolezza del destino comune: la nostra umanità. Quali suggerimenti alla nostra comunità per essere presenza significativa e profetica in Città?

 

“Tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri” (G. Mahler)

            Gesù nel vangelo ha detto: “io sono la via” (Gv 14,6) .  E’ con lui che noi vogliamo camminare insieme. Il Papa chiama questo stile cristiano: sinodalità. Anche quest’anno, il nostro Arcivescovo ci aiuta con la sua “lettera pastorale” intitolata così: “La situazione è occasione. Per il progresso e la gioia della vostra fede”. A volte ci viene chiesto: “com’è l’Arcivescovo?”. La risposta è sempre: “un uomo che semina speranza e ottimismo provenienti dalla fede in Cristo, dalla sua promessa di tornare tra noi per un darci una dimora nella Gerusalemme celeste”.  

Vediamo anzitutto le indicazioni dell’Arcivescovo:

  • leggere e commentare la lettera di San Paolo ai Filippesi. Un testo ricco di gratitudine e speranza. “Paolo in carcere invece di deprimersi e scoraggiarsi trasforma la sua situazione in un’occasione ‘per il progresso del Vangelo’ (Fil 1,12). E’ quindi doveroso interrogarsi su come ciascuno nel suo contesto di vita familiare, professionale, comunitario può trovare l’occasione propizia per condividere quella visione del mondo che il Vangelo ispira e quel riferimento irrinunciabile a Cristo” (Msg. Delpini). Cerchiamo disponibilità per aprire nuovi Gruppi di Ascolto della Parola. Urge l’apporto di tutti per coinvolgere altre persone. Come fare?
  • Come rispondere all’invito di Papa Francesco che ha indetto per Ottobre, un mese missionario straordinario? L’Arcivescovo propone di rileggere tutte le attività della Parrocchia nell’ottica della missionarietà e cita Francesco: “Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per evangelizzare più che per autoconservazione” (Evangelii gaudium 27). Di seguito fa una proposta interessante: “Questo mese missionario straordinario può essere il tempo adatto per chiamare i laici a prepararsi per la visita natalizia. […]. Là dove è stata raccolta, ben preparata, gestita con sapienza ha rivelato la sua fecondità e attivato un’intraprendenza promettente […]. Potrebbe anche essere utile immaginare che alcune coppie, preparate allo scopo, facciano visita alle famiglie, […] per una qualche specifica occasione: famiglie recentemente trasferite in Parrocchia, famiglie che vivono un particolare momento di gioia o di lutto, persone sole, malate. Ogni ambiente può e deve essere contesto adatto a testimoniare Cristo” (Msg. Delpini). Una volta che le persone vengono accostate si tratta di invitarle a condividere i momenti formativi, liturgici, di servizio e di vita comune della nostra comunità parrocchiale. I gruppi di ascolto, i gruppi familiari, il gruppo giovani coppie e la pastorale giovanile cittadina con i suoi ritmi e tempi. Dobbiamo vigilare per non cadere nell’autoconservazione e nel chiuderci in recinti amicali esclusivi. Ribadiamo che la presenza di molte famiglie che chiedono di iniziare i piccoli alla vita di fede, è una grande occasione per aiutarle a riscoprire la bellezza della vita cristiana che chiedono, per convenzione o convinzione, per i figli.
  • Il Vangelo intercetta il quotidiano della nostra vita con tutte le sue angolature. La sapienza della Chiesa ha disteso nel ciclo annuale il mistero dell’incarnazione, morte e resurrezione di Gesù: è l’Anno liturgico fatto di tempi forti (Avvento/Natale e Quaresima/Pasqua) e di tempo ordinario trapuntato dal ricordo dei Santi. L’Arcivescovo ha scritto una piccola lettera per ogni momento dell’Anno liturgico, che noi puntualmente consegneremo a tutta la comunità parrocchiale all’ inizio di ogni tempo liturgico.
  • A Ottobre rinnoveremo il Consiglio Pastorale Parrocchiale per altri quattro anni. Questo nuovo consiglio, probabilmente, dovrà affrontare i grandi cambiamenti che ci attendono in futuro, per una pastorale più unitaria ed incisiva. La nostra Chiesa cittadina si avvia verso nuove forme di presenza: le comunità pastorali. Questa nuova architettura pastorale coinvolgerà, nel tempo, anche la nostra Parrocchia. Quale tipo di preparazione proporre alle nostre Parrocchie?

 

“Non avere vergogna della carne del tuo fratello. Alla fine, saremo giudicati su come avremo saputo avvicinarci ad ogni carne” (Francesco)

            Avere a cuore la Città significa mantenere l’occhio vigile sulle fragilità che la abitano. L’ottimo lavoro che Caritas e San Vincenzo compiono in Città è meritorio, ma è solo espressione ‘profetica’, indicativa di quello che ogni cristiano e le comunità parrocchiali nel loro insieme sono chiamate ad operare.  L’età degli operatori pastorali delle due realtà caritative è mediamente alta, anche se la loro dedizione è ammirevole ed efficace. Il problema, almeno per la Caritas non è di immediata urgenza, ma saggezza vuole che si prepari il futuro. Quali percorsi intraprendere, anche in vista della futura comunità pastorale? La Onlus Santi Domenico e Magno ormai da anni opera sul nostro territorio in forma sussidiaria e complementare al lavoro svolto dalle nostre due Parrocchie. E’ tempo di una verifica pastorale, perché, anche questo, è uno strumento a servizio della missione primaria delle Parrocchie. Come sostenerlo e valorizzarlo al meglio? Quali altre esigenze di carità emergono nel nostro territorio? Ci domandiamo anche quali proposte fare ai mondi giovanili che gravitano nei nostri ambienti, oltre all’impegno nella catechesi, nella sportiva e nel doposcuola. Auspichiamo che ad ogni adolescente e giovane venga fatta un’esplicita proposta di caritativa dentro e fuori il mondo ecclesiale, instillando in loro uno spirito missionario da articolare, con intelligenza e creatività, nei luoghi di vita e di relazione. Vorremmo anche proporre a chi correrà per il prossimo Consiglio e Giunta comunale di inserire nel programma la creazione di un punto di prima accoglienza, con docce e possibile pernottamento per persone indigenti in emergenza. La comunità cristiana cittadina cattolica e non potrebbe mettere a disposizione volontari, come gesto caritativo ed ecumenico.

 

 

F. Botturi, La comunità condizione per una seria alternativa civile, in Osservatore Romano (5 luglio 2019), 3.

L. Violante, Ripartire dal fare comunità, in Osservatore Romano (1-2 luglio 2019), 3.

L. Bruni, E’ finita una storia non la storia, in Osservatore Romano (29 maggio 2019), 3.

G. De Rita, La società italiana ha bisogno di una Chiesa vitale, in Osservatore Romano (22 maggio 2019), 3.

S. Zamagni, Prudenza è guardare avanti, in Osservatore Romano (24 maggio 2019), 3.

C. M. Martini, Ripartiamo da Dio. Lettera pastorale per l’anno 1995/96, in www.chiesadimilano.it

Francesco, Discorso ai Parroci di Roma (6 marzo 2014), in www.vatican.va

Francesco, Esortazione apostolica postsinodale Evangelii gaudium (2013), nn. 61-75.

L. Manicardi, Spiritualità e Politica, Qiqajon, Bose 2019, 72.

L. Cremaschi, A 50 anni dalla fondazione della Comunità monastica di Bose, in Comunità monastica di Bose, Ringraziamento e Memoria,  Qiqajon, Bose 2019, 45.

M. Delpini, La situazione è occasione. Per il progresso e la gioia della vostra fede. Lettera pastorale 2019/2020, Centro Ambrosiano, Milano 2019.