QUAL È IL SENSO DEL VIVERE?: le linee di pastorale parrocchiale 2020/2021

Carissimi,
ecco le linee di pastorale parrocchiale di quest’anno. Esse, come vedrete fanno riferimento alla nuova lettera pastorale del nostro Arcivescovo che potete trovare sul sito internet www.chiesadimilano.it o acquistarla anche alla libreria “Nuova Terra”. Vi chiedo di leggerle di farne oggetto di riflessione e magari di discussione. 

Grazie, vi voglio bene e prego sempre per voi e i vostri cari.
Don Angelo

 

QUAL È IL SENSO DEL VIVERE?
Una Comunità che invoca Sapiena dall'Alto

Linee di pastorale parrocchiale 2020/2021

 

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1. «Non pensate al raccolto ma solo alla semina giusta» T. S. Eliot

Lo scorso anno abbiamo sottolineato l’importanza della vita comune per noi cristiani, quale esemplarità per la società civile afflitta da un marcato individualismo, che ammorba le relazioni.

Scrive un monaco della Comunità di Bose, da tempo attenta a questi temi: «L’esperienza cristiana è dunque chiamata a declinarsi come cammino di umanizzazione, come ricorda la Gaudium et spes: ‘Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, diventa anche lui più uomo’ (Gs 41). Siamo dunque consapevoli che sarà nella qualità umana della vita dei singoli credenti come nell’umanità vissuta all’interno delle comunità cristiane che, nei prossimi anni, si giocherà la credibilità e l’eloquenza del messaggio cristiano». (G. Boselli)

Quali dunque i tratti di un umanesimo cristiano, di una vita vissuta secondo lo stile umano introdotto da Gesù nel mondo? Dio, infatti, non lo conosciamo attraverso idee, teorie, dottrine e speculazioni, ma attraverso l’umanissima vita di Gesù di Nazareth, vero uomo e vero Dio. Nella sua prima enciclica Papa Benedetto XVI ha scritto: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro ... con una persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva».
L’antica eppur sempre nuova, faticosa e irta di ostacoli interni ed esterni, via dell’amore è la strada maestra per non perdere la nostra umanità. Nessuno crederà al Vangelo se coloro che dichiarano di aderirvi non fanno risplendere nel proprio vissuto le parole di Gesù circa la differenza che deve connotare i credenti in lui: «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Una persona divisa in se stessa da una profonda frattura tra fede e vita, una comunità ferita da relazioni conflittuali ed autoreferenziali non potranno mai affascinare nessuno, anzi confermeranno il giudizio negativo che molti hanno su di noi.

 

Quest’anno, invece, vorremmo cogliere alcuni tratti caratteristici di come una comunità cristiana, può dopo l’esperienza drammatica del Covid-19, riproporre Cristo, quale approdo della ricerca di senso che parte dal cuore dell’uomo, soprattutto quando è ferito o in dialogo con se stesso.

 

 

2. «La sapienza è il nome di un’arte, di uno stile di vita, che comincia dal lasciarsi ammaestrare dalla situazione» M. Epis

Quali pensieri possiamo articolare su quanto ci è accaduto e ancora ci sta accadendo, in questo tempo di pandemia, quali riflessioni? Quale giudizio cristiano? Quali prospettive per l’avvenire della nostra Città e, in essa, della comunità cristiana? Il nostro Arcivescovo Mario ci invita a percorrere un itinerario sapienziale, a partire dalla sua Lettera pastorale per l’anno 2020/2021 intitolata: “Infonda Dio sapienza nel cuore. Si può evitare di essere stolti”.

Scrive Mons. Delpini: «Il percorso che si propone risulta abbastanza evidentemente controcorrente rispetto ad un esercizio dell’intelligenza che si è concentrata sull’accumulo delle informazioni, la tensione inarrestabile nell’inseguire l’esito ultimo dello sviluppo tecnologico, il calcolo utilitaristico e la competenza nell’utilizzo della strumentazione disponibile. Queste forme contemporanee della ragione hanno indubbio fascino e utilità. Si deve però riconoscere che – a quanto sembra – hanno escluso dall’orizzonte del pensiero le domande sul senso, l’interpretazione delle dimensioni affettive delle persone, l’elaborazione di stili promettenti del vivere, del vivere insieme. Con tale esclusione è stata recisa la connessione con la tradizione sapienziale e dichiarato privo di interesse il patrimonio dell’esperienza umana». (p. 51)

Da qui la riscoperta di un’antica parola oggi desueta: sapienza. Riscoprire una lettura sapienziale del vivere.
Si tratta di dare spazio alle domande più vere, lasciandoci istruire dalle Scritture e dal vissuto di questi ultimi tempi. «Propongo», continua l’Arcivescovo, «di affrontare il tema della sapienza, il desiderio di riflettere, discutere, interpretare il vissuto di quest’anno e il cammino che ci aspetta attingendo alla rivelazione della sapienza come si offre nelle Scritture e che si compie in Gesù» (p. 27).

Da qui l’indicazione autorevole di dedicare la prima parte dell’anno non tanto alla programmazione pastorale, pur necessaria, quanto ad «un esercizio di interpretazione e di discernimento» (p. 17).
Il cristiano sa che il grande protagonista del discernimento, colui che lo rende vero e proficuo è lo Spirito Santo. Egli sa illuminare la nostra coscienza, cauterizzare le nostre ferite, rendere forti i nostri cuori e intrepido il nostro agire.

 

 

3. «Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato» Francesco

Corpi e relazioni hanno sofferto ed in parte ancora soffrono, se allarghiamo lo sguardo al mondo, in questa stagione pandemica. Abitare il corpo e le relazioni con sapienza significa coglierne la bellezza e nel contempo la fragilità, il limite dell’umano e di tutte le cose. «Il limite è condizione stessa della vita. È ciò che preserva l’esistente dall’informe, dal caotico. [...] Se non si accettano i limiti che sono le norme del vivere comune, regolati dal diritto e dalla giustizia, si entra nell’arbitrio, nel caos, nell’illegalità, nella corruzione. E noi in Italia ne abbiamo una certa esperienza». (L. Manicardi)

Che cosa ci ha insegnato la pandemia? Sicuramente l’interconnessione tra di noi e il profondo legame con il creato tutto. Da qui l’invito dell’Arcivescovo a raccogliere la proposta di una “conversione ecologica”, fatta da Papa Francesco cinque anni or sono nell’Enciclica “Laudato sii”.
Il termine ha fatto arricciare il naso a più di uno, ma in realtà il Pontefice ci ha invitati a cambiare stili di vita, a riconoscere ciò che è veramente necessario per la vita umana e la vita in genere di tutto il pianeta. È “l’ecologia integrale” di cui parla l’Enciclica.

A fronte di questa percezione così viva e attuale i cristiani hanno una parola da dire, una parola di speranza. Ancora Delpini: «Diventa inevitabile chiederci se le nostre proposte pastorali, la nostra predicazione, le catechesi e le scuole di vario livello che la comunità cristiana propone siano in grado di offrire risposte, di intercettare le domande e di accompagnare le persone a conoscere la verità che rende liberi». (p. 34)

La lettera pastorale contiene una serie di domande che possono diventare oggetto di riflessione personale, discussione nel Consiglio Pastorale e nell’Assemblea degli Operatori pastorali ad inizio anno. Le riproponiamo qui di seguito: «Quale vita di Chiesa potrà riprendere? Quale frutto e quale ferita vengono dal lungo digiuno eucaristico? Quale forma ha preso il tempo fatto di giorni che sono passati come date di calendario senza essere celebrati come riconoscibili giorni di Quaresima, della Settimana Santa, della Pasqua, del tempo pasquale?

Quali declinazioni ha assunto la pratica della carità, della solidarietà, della prossimità, del buon vicinato?
Quale esercizio dei ruoli ecclesiastici del clero, dei laici, dei consacrati e delle consacrate, degli operatori pastorali ha reso particolarmente vivace la comunità o ha dato l’impressione di abbandono, di un atteggiamento rinunciatario? Quale esperienza di fede, di preghiera, di presenza di Dio si è compiuta?

In quali espressioni si è riconosciuto uno spirito cristiano di fronte alla malattia, alla morte, alla responsabilità verso gli altri nell’esercizio delle professioni più esposte, come quella del medico, dell’infermiere, del giornalista, del prete, della persona consacrata dedita alla sua missione tra la gente, eccetera? Quale visione del mondo, cioè degli “altri”, dei poveri, dei Paesi in guerra, dei Paesi in cui i cristiani sono perseguitati, abbiamo tenuto presente in giorni in cui è sembrato che esistesse soltanto un Paese, il nostro, malato e spaventato?». (p. 24-25)

 

 

4. «Il profumo del tempo e l’arte di indugiare sulle cose» Byung-Chul Han

Una delle forme di violenza che caratterizzano la nostra epoca è quella perpetrata contro il tempo. Essa assume la forma della velocizzazione, che lascia poco spazio al pensiero e alla riflessione e dà valore predominante all’emozione.

È una strategia utilizzata spesso dai grandi big della tecnologia. Scrive lo scrittore americano F. Froer: «È la resa del libero arbitrio, in cui gli algoritmi decidono al posto nostro». Non vogliamo qui demonizzare il valore della tecnologia, ma riproporre con forza il compito della Chiesa e non solo, di aiutare le persone a vivere criticamente nell’attuale contesto culturale. Questo significa ridare dignità al tempo dilatato, al pensiero profondo, alla lettura e a pratiche virtuose tese al dono di sé. Da sempre la preghiera, soprattutto nella forma della lettura orante della Scrittura, ci aiuta ad entrare in noi stessi liberi dai fantasmi della mente, realisti sul male che ci abita, sempre incoraggiati e stimolati dalla stima di Dio. Ecco allora l’invito puntuale del nostro Arcivescovo: «Propongo di vivere l’anno pastorale come un percorso sapienziale: attraversiamo i tempi con le nostre domande, con l’attenzione a cercare il senso e il criterio della vita ordinaria, delle sue pratiche, delle possibilità di bene e delle tentazioni di male». (p. 59)

In questo percorso ci sussidierà il libro del Siracide, testo che appartiene alla letteratura sapienziale dell’Antico Testamento. L’autore si chiamava Gesù Ben Sira, da qui il nome Siracide. Scrive il biblista Barbieri: «Questo scritto fa parte del cosiddetto ‘Pentateuco sapienziale’, ossia dei cinque libri nei quali troviamo riflessioni e provocazioni di intellettuali credenti, impegnati a misurarsi con problemi e culture emergenti del loro tempo». (GF Barbieri)

 

 

5. «Se la nostra vita è sempre mortale, abbiamo la speranza che non lo sia il mistero di Amore in cui essa risiede» Pontificia Accademia per la vita

Citiamo una parte del testo della Pontificia Accademia per la vita: «Noi siamo parte dell’umanità e l’umanità è parte di noi: dobbiamo accettare queste dipendenze e apprezzare la responsabilità che ce ne rende partecipi e protagonisti. Non c’è alcun diritto che non abbia come risvolto un dovere corrispondente: la convivenza dei liberi e uguali è un tema squisitamente etico, non tecnico».

Anche trovato l’auspicato vaccino, sarà bene non dimenticare la lezione che ci è stata impartita dalla pandemia, a cui corrisponde un compito preciso: riscoprire la ricerca di un senso, di un filo unificante della nostra vita.
Con più coraggio, franchezza e coerenza noi cristiani siamo chiamati a ripetere le stesse parole che il filosofo e teologo russo Vladimir Sergeevič Solov'ëv scriveva ne “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo”. I veri cristiani (cattolici, protestanti e ortodossi), rimasti in pochi di fronte al potere unificato del mondo, caduto nelle mani di un unico uomo, grande mecenate e imperatore, si ritrovano davanti a lui: «La grande maggioranza dei membri del concilio si trovava sul palco, ivi compresa quasi tutta la gerarchia dell’Oriente e dell’Occidente. In basso erano rimasti soltanto tre gruppi di uomini che si erano avvicinati gli uni agli altri e che si stringevano accanto allo starets Giovanni, al papa Pietro e al professor Pauli. Con accento di tristezza, l’imperatore si rivolse a loro dicendo: «Che cosa posso 
fare ancora per voi? Strani uomini! Che volete da me? Io non lo so. Ditemelo dunque voi stessi, o cristiani abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi, condannati dal sentimento popolare; che cosa avete di più caro nel cristianesimo?». Allora simile a un cero candido si alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza: «Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità».

 

 

6. «La prima generazione incredula» A. Matteo

L’incisività del messaggio cristiano oggi veicolato dalla Chiesa cattolica, almeno alle nostre latitudini, è esigua, soprattutto per il mondo giovanile che fatica a riconoscersi nella fede dei padri. Crediamo che il ritrovare vie di riconciliazione con le giovani generazioni, sia una priorità assoluta. Scrive l’Arcivescovo: «L’avvicinamento di molti giovani all’esperienza caritativa ha rappresentato una delle novità di questo periodo. Essa andrà curata con una formazione mirata e ci chiede di riconoscere ai giovani il protagonismo che può generare diverse e originali modalità di gestione degli interventi caritativi, lasciando loro gli spazi e i tempi necessari». (p. 90)

Forse i nostri incontri formativi, pur belli e curati, hanno preso il sopravvento su forme pratiche, creative e geniali di prossimità, che non siano semplicemente riciclare i pochi giovani rimasti in attività educative oratoriane, pur necessarie e pregevoli. Nuove forme di evangelizzazione protese al mondo giovanile legnanese, non semplicemente racchiuse negli scrigni degli Oratori, audaci scelte caritative potrebbero essere due binari su cui far viaggiare celermente i giovani verso l’incontro con Cristo nella comunità cristiana. Ma chi penserà questo? Parallelamente all'attenzione data all’Iniziazione Cristiana concentrarci maggiormente, in chiave missionaria, sui più grandi, con l’aiuto di laici impegnati, credenti e disposti a mettersi in gioco.
È in questa linea la proposta dell’Arcidiocesi con il percorso per giovani denominato: “Senza indugio”.

 

 

7. «Le opere e i giorni» Esiodo

Vediamo ora alcuni adempimenti pastorali. Va precisato che, sinché la popolazione non sarà al sicuro dalla pandemia, ogni nostra iniziativa, soprattutto se aggregativa, sarà ridimensionata. Così sarà per la Festa di apertura degli Oratori a Settembre, per la Celebrazione delle Prime Comunioni e delle Cresime.

Per motivi di risparmio, tutte le catechesi dell’Iniziazione cristiana, i doposcuola medie inferiori e superiori, saranno spostate in Centro Parrocchiale per il periodo invernale.

La società sportiva OLC potrà continuare gli allenamenti nei campi esterni dell’Oratorio. Il coro parrocchiale e l’attività teatrale, sempre fino a marzo, saranno in Centro Parrocchiale. Valuteremo in seguito quale forma adottare per non lasciar cadere la visita natalizia alle famiglie.

Il sabato e la domenica l’Oratorio resterà aperto per iniziative di formazione e animazione. I cammini formativi e aggregativi dei preadolescenti e degli adolescenti si svolgeranno, nella prima parte dell’anno, presso l’Oratorio San Domenico. Gli incontri per giovani saranno a livello cittadino.

Continueranno, con modalità da concordare, i gruppi di spiritualità familiare e i gruppi di Ascolto della Parola.

La Chiesa parrocchiale, attrezzata per accogliere 200 persone in sicurezza, sarà il luogo di incontri e riunioni più allargate. I sacerdoti restano a disposizione per colloqui individuali e di coppia, soprattutto per la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione.
La nostra Scuola Materna “Monti Roveda” riaprirà il 7 Settembre 2020 seguendo la normativa indicata dal governo.

 

 

8. «Il Sacerdozio battesimale dei Fedeli» Lumen Gentium n. 10

Il lockdown ci ha chiusi in famiglia suscitando reazioni ambivalenti: crisi di coppia o riscoperta delle relazioni familiari. In ogni caso il fenomeno più eclatante, dal punto di vista religioso, è stata l’impossibilità di celebrare l’Eucarestia, di far camminare i nostri piccoli e giovani sui binari della formazione cristiana. Però, come dice l’Arcivescovo, ogni situazione è occasione.

Diverse famiglie, durante la clausura forzata, non hanno cessato di far camminare nella fede i loro figli. Preghiere mattino e sera, benedizione dei pasti, condivisione della messa in streaming, lettura di brevi brani della Parola di Dio, approfittando delle indicazioni date dalla Parrocchia e dalle catechiste. Davvero il Covid-19 ci ha ridetto che i primi educatori alla fede dei figli sono i genitori, i quali, in virtù del loro essere cristiani battezzati, sono abilitati ad accompagnare e benedire i figli, affinché non abbiano a perdere la fede, a dismettere i sacramenti per vivere la vita nella forma del dono di sé, spezzando l’individualismo e l’utilitarismo che ci ammorbano.
Ora è tempo di riprendere soprattutto la celebrazione eucaristica poiché «l’eucarestia non è un rito: l’eucarestia, celebrata nella Chiesa, è un momento specifico e irrinunciabile di una intera vita della comunità». (S. Morra)

 

 

BIBLIOGRAFIA UTILIZZATA

GF BARBIERI, Note introduttive al Libro del Siracide, in ARCIDIOCESI DI MILANO, La Sapienza di Dio ispira felicità, Ed. In Dialogo, Milano 2020.

BENEDETTO XVI, Lettera enciclica Deus caritas est, n. 1, www.vatican.va, CdV 2005.
G. BORSA-L. DILIBERTO (EDD.), Dall’io al noi. Il mondo che sogniamo dopo lo shock del Covid-

19, In Dialogo, Milano 2020.
G. BOSELLI, Il senso umano della liturgia, in Sentieri di Senso, Quiqajon, Bose 2019.

BYUNG-CHUL HAN, Il profumo del tempo e l’arte di indugiare sulle cose, Vita e Pensiero, Milano 2017.

M. DELPINI, Proposta pastorale per l’anno 2020-2021, Infonda Dio sapienza nel cuore. Si può evitare di essere stolti, Centro Ambrosiano, Milano 2020.

T. S. ELIOT, Cori da “La Rocca”, I, (1934 orig.), BUR, Milano 1996.

M. EPIS, in A. Braccini, Cercare la sapienza tornando all’essenziale, Avvenire 19 luglio 2020.

FRANCESCO, Meditazione in Piazza San Pietro, 27 marzo 2020, in www.vatican.va

F. FROER, I nuovi poteri forti. Come Google, Apple, Facebook e Amazon pensano per noi, Longanesi, Milano 2018.

L. MANICARDI, L’esperienza del limite verso una società post-mortale?, in Rivista del Clero, Luglio/Agosto 2020, pp. 511-527.

A. MATTEO, La prima generazione incredula, il difficile rapporto tra i giovani e la fede, 2° edizione, Rubbettino, Roma 2017

PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA, Nota Pandemia e fraternità universale, 30 marzo 2020, in www.vatican.va

VLADIMIR SERGEEVISOLOV'ËV, “I tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo” (orig. 1900), Marietti, Brescia 1996.