I cavalieri incontrano Papa Francesco


Il nostro sacerdote Don Marcello Brambilla ha incontrato questa mattina, 2 giugno, papa Francesco in udienza privata con i ragazzi dei "Cavalieri"l’esperienza cristiana degli studenti delle scuole medie inferiori. 5000 ragazzi arrivati da tutta Europa in Aula Nervi a Roma per l'udienza con papa Francesco. Rispondendo a braccio alle domande di tre ragazzi, il Pontefice ha sottolineato che non ci sono risposte davanti alla sofferenza dei bambini, ma che soltanto si può guardare il Crocifisso e pregare.

“La vita è un continuo ‘buongiorno’ e ‘arrivederci’. Tante volte sono cose piccole, ma tante volte è un arrivederci’ per anni o per sempre. Si cresce incontrandosi e congedandosi. Se tu non impari a congedarti bene, mai imparerai a incontrare nuova gente. Quello che tu dici qui, è una sfida, è la sfida della vita” ha detto il Papa a Marta che ha interrogato Francesco, assieme a Giulia e Tanio. Marta ha confidato al Pontefice di essere turbata per il passaggio dalla scuola media alle superiori: “Io sto bene come sto ora, con i miei amici di adesso. Perché devo cambiare tutto? Perché mi fa così paura crescere?”. Il Papa ha osservato: “È vero, i tuoi compagni non saranno gli stessi… ma ci sono nuovi compagni che tu devi incontrare, e quella è la sfida. E noi nella vita dobbiamo abituarci a questo cammino: lasciare qualcosa e incontrare le cose nuove. E questo è anche un rischio. C’è gente che ha tanta paura – tu hai usato la parola ‘ho paura’ – di fare un passo, che rimane sempre ferma, troppo quieta e non cresce. Quando un ragazzo, una ragazza, un uomo, una donna dice ‘basta’ e si ‘accomoda sul divano’, non cresce”. “Dobbiamo imparare a guardare la vita guardando orizzonti… sempre più avanti. E questo è incontrare nuova gente, incontrare nuove situazioni. Non dimenticarsi degli altri”.

"Francesco, mi chiamo Giulia e vorrei chiederti cosa possiamo fare di concreto noi ragazzi giovani per cambiare un po’ il mondo che ci circonda?”. Alla domanda di Giulia, Bergoglio ha risposto: “Cambiare il mondo con le piccole cose di ogni giorno, con la generosità, con la condivisione, creando questi atteggiamenti di fratellanza. Se qualcuno mi insulta e io lo insulto, come è questo? Invece se qualcuno mi insulta e io non rispondo, come è questo? Avete capito? Mai dare il male al male”. I ragazzi hanno più volte sottolineato gli interventi del papa con applausi e grida di gioia. “Pregate per tutti; pregate – ha detto Francesco – per i vostri amici e pregate anche per i vostri nemici, per quelli che vi fanno soffrire. E Gesù dice: ‘Come il Padre nostro che è nel cielo, fa uscire il sole sui buoni e sui cattivi’. Sì, pregare per tutti. La preghiera per tutti, e non fare desideri cattivi contro gli altri. Così si può cambiare il mondo”. Il Papa ha aggiunto: “Non c’è bacchetta magica, ma ci sono piccole cose di ogni giorno che dobbiamo imparare”.

E’ stata dunque la volta di Tanio, ragazzo bulgaro adottato, che ha raccontato la sua commuovente storia di sofferenza chiedendo al Papa come si faccia a credere al Signore di fronte al dolore che colpisce i bambini”.
La sofferenza di un bambino non si può spiegare, solo si può guardare il Crocifisso
Francesco ha confidato che non è possibile trovare spiegazioni razionali per la sofferenza di un bambino. Soltanto, ha detto rivolgendosi a Tanio, troverai qualche spiegazione “nell’amore di quelli che ti vogliono bene e ti sostengono”:
“Io ti dico sinceramente, e tu capirai bene questo: quando mi faccio io nella preghiera la domanda ‘perché soffrono i bambini?’, di solito la faccio quando vado negli ospedali dei bambini e poi esco – ti dico la verità – con il cuore non dico distrutto, ma molto addolorato, il Signore non mi risponde. Soltanto guardo il Crocifisso. Se Dio ha permesso che Suo Figlio soffrisse così per noi, qualche cosa deve esserci lì che abbia un senso. Ma, caro Tanio, io non posso spiegarti il senso. Lo troverai tu: più avanti nella vita o nell’altra vita. Ma spiegazioni, come si spiega un teorema matematico o una questione storica, non ti posso dare né io né alcun altro”.
“Io non posso spiegarlo”, ha ripreso il Papa con sincerità. Ed ha concluso ringraziando Tanio per la sua domanda perché, ha osservato, “è importante che voi, ragazzi e ragazze” incominciate “a capire queste cose, perché questo vi aiuterà a crescere bene e ad andare avanti”.

Cliccando QUI puoi leggere la trascrizione integrale del dialogo tra i ragazzi e papa Francesco. 

Qui sotto puoi rivedere la diretta, a cura del Centro Televisivo Vaticano.

L'esperienza dei Cavalieri, nata negli anni Ottanta nell’istituto Sacro Cuore di Milano e poi estesa alle scuole medie di tutta Italia e di altri Paesi, è un gruppo che si contraddistingue per la semplicità e la voglia di ritrovarsi insieme nel nome di Gesù. Il metodo educativo si ispira all’incontro di Gesù con Giovanni e Andrea, ai quali viene posta la domanda: «Cosa cercate?». I discepoli rispondono con la richiesta di poter restare in compagnia del Signore. Da quel «Venite e vedete» è nato il cristianesimo. In modo analogo è sorta questa esperienza, che si deve all’iniziativa di alcuni professori dell’istituto milanese e di un sacerdote, don Giorgio Pontiggia. Il primo nucleo si è poi allargato fino a coinvolgere altri studenti italiani e di alcuni Paesi, come Francia, Belgio, Brasile, Paraguay e Stati Uniti d’America.